
I benefici della musica
L'intelligenza musicale è una delle nostre intelligenze, secondo gli studi di Howard Gardner, che sostengono che il nostro cervello funziona meglio se nessuna delle intelligenze è poco sviluppata.
Quindi la musica non deve essere praticata solo da chi ha un particolare talento, ma fa bene a tutti.
La musica è una delle poche attività che "accende" in contemporanea tutte le aree del cervello, sia quando ascoltiamo, e ancor più quando siamo noi in prima persona a produrre musica, cantando o suonando.
Si attivano le regioni del linguaggio, la corteccia motoria e il cervelletto, legati al movimento, l'ipotalamo e l'amigdala,coinvolti nelle emozioni legate all'ascolto e l'ippocampo, centro della memoria.
E' stato appurato che nei bambini che hanno fatto pratica musicale fin da piccoli la sostanza grigia, che contiene i neuroni, è decisamente più voluminosa. Questo potenziamento della materia grigia non si riflette soltanto sull’abilità musicale ma anche su altre attività cognitive, migliorando le prestazioni dei bambini in funzioni come l’intelligenza linguistica, la ricchezza del vocabolario, le capacità aritmetico-matematiche.
In sostanza la musica coinvolge l’intero cervello dal punto di vista emotivo e cognitivo.
Ascoltando la musica si avverte un senso di euforia dovuto alla produzione e al rilascio di endorfine, sostanze chimiche sintetizzate dall’organismo, responsabili di benessere e gioia, capaci di potenziare le difese immunitarie e di innalzare la soglia del dolore e abbassare lo stress.
Riportiamo un estratto da un intervista alla ricercatrice Alice Mado Proverbio.
"Dottoressa, gli studi neuroscientifici hanno dimostrato l'impatto della musica sulle oscillazioni bioelettriche del cervello, evidenziando gli effetti che essa produce sul sonno e l’azione terapeutica che svolge in alcune patologie quali la sclerosi multipla, il Parkinson e le malattie neurodegenerative. Come potremmo intensificare l’efficacia di questo potente farmaco naturale?"
"Ascoltare musica, cantare o suonare uno strumento musicale sono molto benefici per il nostro cervello. La necessità di perfezionare movimenti di precisione temporalmente complessi a lungo andare modifica plasticamente il cervello, soprattutto se l’apprendimento avviene durante l’infanzia. Tuttavia c’è sempre tempo per imparare e si può cominciare nell’adolescenza o addirittura in tarda età!
La musica conforta la sofferenza psichica dovuta a perdite affettive, emarginazione o dolore fisico, agendo come analgesico, perfino in pazienti oncologici e neuropatici. Il canto, per esempio, viene efficacemente utilizzato in ambito riabilitativo e terapeutico, perché è un’abilità spontanea ed è piacevole per i pazienti dal punto di vista emotivo. In quanto stimola direttamente la muscolatura coinvolta nella respirazione, nella fonazione e nell'articolazione vocale, viene usato sia per potenziare e curare il sistema cardiovascolare che in molti deficit neurolinguistici.
Com’è noto, persone che balbettano ai quali viene chiesto di leggere o di cantare i testi di canzoni eseguono molto meglio tale compito nella condizione di canto che di lettura. Anche i pazienti con problemi motori possono beneficiare della tecnica terapeutica del canto per ridurre sintomi come la diminuzione del volume, la qualità vocale affannosa e i tempi di fonazione brevi. Praticare il canto anche per brevi periodi (“terapia di intonazione melodica intensiva”), è terapeutico e benefico.
Ascoltare una musica ritmata durante la locomozione aiuta i pazienti con disturbi motori ad aumentare la velocità e la lunghezza del passo, diminuendo al contempo il senso di fatica. Ancora, suonare una tastiera o uno strumento musicale (anche solo mezz’ora al giorno), migliora la destrezza motoria degli arti superiori nei pazienti affetti da malattie neurodegenerative."